Zio e nipote, tra le pietre dove da ragazzini hanno vissuto pascolando capre e pecore, e dove, forse, con il cuore e con lo spirito sono sempre rimasti, nonostante l’emigrazione Mi sono fatto accompagnare da loro lungo alcuni dei percorsi che facevano, gli angoli dove si divertivano, dove pascolavano, dove si riparavano dal freddo.

Ho registrato tutto, ho registrato ogni affanno di mio nonno, ogni suo sospiro, ogni esitazione. Ho registrato i suoi fischi, la sua lunga attesa negli interminabili secondi prima che l’eco del suo richiamo da “pastore” ritornasse a lui. La voce che fa l’eco, fa sentire tutto più vicino e riempie i vuoti. Queste montagne sono fatte anche di echi lontani, e forse, chissà, anche di echi futuri che ancora non conosciamo e facciamo fatica anche ad immaginare Il Monte Pittari è un monte sacro, un culto Micaelico è incastrato tra le sue rocce. Le immagini sono state realizzate nel Settembre del 2020.

Sul Monte Pittari, nel corso di una passeggiata in compagnia di mio nonno Rivello Giuseppe e di suo nipote Fiscina Antonio, che ha trascorso parte della sua gioventù, insieme a lui, pascolando su questa montagna.

“Mi piace pensare che i pastori che per secoli hanno vissuto in queste pietre, abbiano raccoltoparte dell’eredità mistica dei monaci che fecero di queste grotte le lore dimore e di queste erbe il loro sostentamento” (Jepis)