Le innovazioni che piacciono a me poggiano i piedi su tecnologie millenarie. Ci sono gesti ancestrali in questo video e ci sono storie semplici ma che fanno parte di un bellissimo mosaico fatto di lavoro, famiglia, conoscenza condivisa, esperienze che si tramandano di madre in figlio e tanta tanta voglia di consegnare qualcosa a chi verrà dopo di noi.
La conoscenza, quella che non è scritta da nessuna parte ma che permette da sempre al pane di crescere, di cuocere, di essere buono e di togliere la fame. In questo piccolo documentario ci siamo noi con le nostre fragilità, ma anche con la forza della nostra identità. Breve retroscena.
Ho avuto la fortuna di iniziare a girare il video partendo dal forno di Immacolata ed Antonio. La fortuna è stata dalla mia parte e mentre chiacchieravo con Immacolata lei ha iniziato a raccontarmi della sua prima volta, il suo primo pane. Da quel momento questa linfa ha dominato la mia ricerca e: “Ricordi la prima volta che hai fatto il pane?” è stata la domanda che ho posto un po’ a tutti.
L’ho voluto chiamare “Pani Liberi” perché è stato girato durante La Terra mi Tiene, che come ogni 25 Aprile viene ripetuta ad Atena Lucana, in quella che un tempo fu la Lucania occidentale e che oggi è il Vallo di Diano, in provincia di Salerno. Queste storie, oggi, nello straripante “mondo del food”, fanno tendenza. Sempre queste storie modellano nuove stratificazione di società, Nuove forme del vivere questa contemporaneità. In nome del Pane, quello vero, quello che supera le tendenze e tende verso il futuro.
Alimentarsi per rigenerarsi. Il pane è rigenerazione continua e chi lo fa, ogni giorno, salva questo mondo. Oggi più che mai.